Ecomuseo Billese | Distretto Culturale Biellese

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Intervista a Sergio Scaramal

Distretto Culturale Biellese: strategie e reti

Pubblicato il 14 novembre 2006
(Ultimo aggiornamento il 24 ottobre 08, ore 09:31)


L’Amministrazione provinciale ha da poco concluso una prima attività di indagine e di ascolto del territorio, finalizzata alla verifica della situazione esistente e alla raccolta di contributi e di idee utili a immaginare un progetto di Distretto Culturale Biellese capace di rappresentare una prospettiva capace di interpretare e contribuire al necessario cambiamento del sistema locale biellese. Il presidente Sergio Scaramal fa un quadro della situazione attuale e degli scenari possibili, alla vigilia del primo di tre incontri tematici di confronto con esperti, esponenti delle istituzioni locali e con i rappresentanti del governo regionale, dedicati alla valutazione del grado di coerenza del progetto di Distretto Culturale con le strategie del sistema territoriale biellese e al suo arricchimento attraverso una più puntuale definizione dei contenuti e della struttura operativa e gestionale. Come si colloca il Distretto Culturale nell’ambito dell’attività di programmazione peculiare di una amministrazione provinciale? Va subito detto che l’istituzione del Distretto Culturale da parte dell’Amministrazione provinciale è, certamente, un atto di coerenza con il disegno strategico generale e le politiche territoriali di sviluppo sostenibile di questa amministrazione. Non a caso questo progetto si colloca all’interno del processo di revisione strategica del Piano Territoriale Provinciale, andando così oltre il solo ambito culturale e assumendo a sé il principio ispiratore di tale processo di revisione: “accompagnare la transazione verso una nuova economia”. Un progetto “aperto” ai contributi, alle idee, agli stimoli, alle strategie espresse dal nostro territorio, come strumento per reagire allo stato di crisi in cui versa da tempo il Biellese, ricorrendo con fiducia alla cultura del progetto e alla messa in opera di visioni concrete e positive di futuro. Un progetto aperto, ma anche una preannunciata chiarezza di valori... Il distretto culturale biellese immaginato dall’Amministrazione provinciale, che si qualifica e si declina quale distretto dell’innovazione, della creatività e del benessere, dovrà nascere, e questo non è un generico auspicio ma obiettivo specifico del confronto preliminare, con il concorso e l’adesione delle componenti più qualificate e dinamiche di questa realtà territoriale. Il distretto culturale biellese che affonda le sue radici nell’humus fertile di una storia sociale ed economica che ha sperimentato con successo e nel lungo periodo la validità e l’efficacia del distretto industriale, si profila con un impianto progettuale saldamente fondato sulla teoria e sulla pratica delle reti e dei sistemi territoriali. In questo sistema territoriale capace di “accompagnare la transazione verso una nuova economia” quale ruolo per la cultura? Crediamo che anche nell’operosa terra biellese, così come è stato sperimentato con successo in altre distretti in difficoltà, la cultura possa rappresentare una leva straordinaria per le politiche di rivitalizzazione dell’intero sistema economico e una importante risorsa per innescare inedite e buone pratiche di governo e di sviluppo locale. L’idea di Distretto Culturale Biellese chiama a raccolta il nostro territorio per dare robustezza ed efficacia ad un progetto di sviluppo socioculturale coerente con l’identità peculiare di questa provincia e della sua comunità. Quali vantaggi si possono immaginare per il biellese? I vantaggi potranno essere molteplici, ma questo naturalmente sarà conseguente all’identità che saprà assumere questo progetto. Partendo dalla ricchezza dei sistemi già presenti nel biellese (non solo quello industriale, ma anche quello artistico, quello ecomuseale, quello enogastronomico, quello turistico, solo per citarne alcuni) immagino per esempio uno sviluppo di attività fondate sulla cooperazione e sul superamento del settorialismo talvolta evidente; e auspico una capacità crescente di offerta culturale che saprà, naturalmente, declinarsi anche in una capacità occupazionale e imprenditoriale innovativa e di elevato contenuto sociale e qualitativo prezioso per il nostro futuro. Quali passi nel prossimo futuro? Innanzitutto la ricerca a tutto campo di alleanze con Enti e soggetti chiamati a cooperare per la realizzazione di una nuova economia di distretto che sappia contenere in valore aggiunto della cultura. E’ una sfida ambiziosa che prende avvio con questo primo workshop che “apre” la discussione e al contempo guarda con interesse ad esperienze virtuose già realizzate, a livello europeo, in distretti che hanno saputo affrontare e vincere la sfida del cambiamento guardando alla cultura come ad un reale strumento di trasformazione.
 
 

 

 

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