Ecomuseo Billese | Distretto Culturale Biellese

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‘Più cultura per il futuro biellese’ chiude una serie di 3 appuntamenti iniziati a novembre.

Distretto culturale, il terzo appuntamento

Pubblicato il 02 aprile 2007
(Ultimo aggiornamento il 24 ottobre 08, ore 11:58)


“Il nostro Paese possiede un’inestimabile ricchezza culturale, che in una società postindustriale può diventare la fonte primaria di una crescita sociale ed economica diffusa”. Sono parole del premier Romano Prodi citate questa mattina dal presidente della Provincia Sergio Scaramal all’apertura del terzo workshop sul Distretto Culturale nella sala consiliare di via Quintino Sella, a Biella. L’incontro, che ha per titolo ‘Più cultura per il futuro biellese’, chiude una serie di 3 appuntamenti iniziati lo scorso novembre per arrivare alla creazione del distretto: uno strumento “per tenere insieme tutti i soggetti che possono fare sistema sul nostro territorio, non solo gli enti propriamente culturali ma anche le organizzazioni sindacali, imprenditoriali e così via”, come ha sintetizzato Scaramal. In questo contesto l’amministrazione provinciale intende proseguire con convinzione Cultura, creatività e benessere, oltre a costituire un elemento identitario per la comunità, “devono permeare il sistema industriale laniero, l’artigianato e le produzioni tipiche – ha aggiunto Scaramal – valorizzando il loro legame con la storia e le caratteristiche del territorio. Occorrono dialogo e coordinamento per coinvolgere, oltre alle istituzioni locali, il sistema museale ed ecomuseale, i centri di creatività, i luoghi di diffusione dell’arte in un processo di qualificazione che si traduca in offerta di socialità, ricostruendo una identità collettiva che consenta di delineare una visione di futuro, di sviluppo e di miglioramento della vita”. Dopo l’apertura di Scaramal ha preso la parola l’assessore al turismo della Provincia, Giuseppe Graziola, cui è toccato anche il compito di moderatore. Graziola ha letto un saluto del sindaco di Biella Vittorio Barazzotto, il quale, in una lettera, ha sottolineato “l’esemplarità dell’incontro odierno”. Barazzotto ha messo l’accento sulla cultura come “risorsa che va gestita con attenzione per diventare produttiva con benefici per l’intera comunità; ma perchè questi benefici diventino tali occorre valutare concretamente quali sono i beni di cui disponiamo” Beni fisici come ad esempio “Oropa, con il sacro monte, come centro focale del sistema dei santuari alpini, i parchi della Burcina e della Bessa ma anche eventi come la Passione di Sordevolo, un pezzo di storia del teatro popolare italiano”. L’ultimo accenno di Barazzotto ha riguardato il Museo del territorio, che “può interpretare le strategie che saranno delineate oggi, restituire sinergie proficue per tutti e fare in modo che la cultura non resti argomento di pochi ma venga distribuita a tutti”. Nel suo intervento, Graziola ha spiegato che la cultura “non è mai fine a se stessa ma collegata alle iniziative di carattere turistico e paesaggistico del territorio. Si tratta di recuperare non solo la cultura industriale ma anche quella rurale. Un esempio importante è la via Francigena, che unisce turismo religioso culturale, prodotti locali, ospitalità, che lega i paesi d’Europa e fa conoscere le singole realtà. Dobbiamo superare i settorialismi e l’eccessiva frammentazione per mettere in collegamento tutta la ricchezza del territorio, come abbiamo fatto già, e con successo, con il distretto dei fiori o quello del vino”. Walter Giuliano, assessore alla cultura della Provincia di Torino, ha illustrato il patrimonio degli ecomusei in Piemonte. “Conoscere le radici del proprio passato – ha detto – è l’occasione per costruire il futuro: occorre però fare in modo che vi sia anche una selezione e un coordinamento”. L’assessore regionale alla cultura Gianni Oliva ha ribadito: “Una volta parlare di cultura durante una commissione che si occupa di turismo sarebbe stata un’eresia. Oggi non dobbiamo correre il rischio di passare all’eccesso opposto: questo è il primo aspetto sul quale dobbiamo trovare un equilibrio. Ma la Regione vuole equilibrare, anche rispetto alle risorse finanziare, lo scompenso di attenzione tra ciò che veniva dato a Torino e al resto della regione: il vecchio rapporto era di 85 a 15, mentre si vuol passare al 60/40. Per fare ciò occorre trovare in tutte le Province dei punti di eccellenza. Per essere appetibile, oggi, un territorio deve essere capace di combinare tre elementi, il paesaggio, gli aspetti architettonici e l’enogastronomia. Sono questi i fattori di richiamo che fanno sì che i turisti scelgano una zona d’Europa invece di un’altra”. Sono intervenuti anche Daniela Formento, dirigente del settore musei e patrimonio culturale della Regione Piemonte, che ha parlato di un progetto di valorizzazione integrata dei beni culturali nella Val di Susa e l’artista Michelangelo Pistoletto, che ha illustrato i lavori e le iniziative, specie quelle a vocazione internazionale, della fondazione che porta il suo nome.
 
 

 

 

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