Il piccolo nucleo che si sta interessando del progetto di cui si tratta è composto da Beppe Anderi, insegnante di Lettere in una scuola superiore di Biella, regista e videomaker con allattivo diversi lavori su personaggi della storia biellese e nazionale come Riccardo Gualino e Vittorio Pozzo; Enrico Zegna, contitolare della libreria Robin a Biella che ha vissuto buona parte della sua infanzia a Maratea perché figlio di un operaio specializzato che accettò la proposta lavorativa dei Rivetti; Marcello Vaudano, presidente del DocBi - Centro Studi Biellesi.
Per curiosità culturali affini, le nostre discussioni ci hanno portato a interrogarci sulla figura di Stefano Rivetti, un personaggio importante per la storia industriale biellese ma anche controverso e chiacchierato.
Egli diresse, tra il 1953 e il 1969, gli stabilimenti che i Rivetti costruirono a Maratea, a Praia a Mare e a Tortora anche grazie ai capitali messi a disposizione dalla Cassa del Mezzogiorno sotto forma di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati (per un totale di circa 4 miliardi di lire dellepoca).
Limpresa industriale fu accompagnata da investimenti in ambito agricolo, infrastrutturale e turistico.
Il crollo dellimpero Rivetti a Biella coincise sostanzialmente con il fallimento dellimpresa nel Mezzogiorno. Così gli stabilimenti vennero acquisiti prima dallENI, principale e privilegiato creditore, per poi passare dopo alterne vicende alla Marzotto e poi definitivamente abbandonati al degrado.
Sulla discesa a sud dei Rivetti circolano tuttora in città luoghi comuni e pregiudizi - a volte del tutto infondati, altre volte più motivati - come ad esempio: i Rivetti si sono presi i soldi, hanno fatto il gioco delle tre carte e poi se ne sono infischiati dei destini delle fabbriche a Maratea, Praia e Tortora; negli stabilenti meridionali i Rivetti hanno portato le macchine di vecchio modello, tenendo quelle di ultima generazione a Biella; il conte Stefano non era in grado di guidare lazienda e sperperava denaro in megalomani spese personali; il fallimento è stato dovuto allincapacità e allassenteismo della manodopera locale; a Maratea i biellesi si sono meridionalizzati e in poco tempo si sono adeguati ad una dolce vita fatta di sole, mare e poco lavoro; ecc.
A noi interessa fare chiarezza su quellavventura che per un quindicennio, tra anni Cinquanta e anni Sessanta, ha coinvolto decine e decine di famiglie biellesi che di quegli anni portano ancora vivissimo il ricordo. Soprattutto ci interessa mettere a fuoco, oltre che la dimensione umana e familiare di Stefano Rivetti, alcune tematiche di ampio respiro, che sono poi gli scopi dellintera operazione cui ci accingiamo:
qual è il ruolo che Stefano ha avuto nellapprontare e gestire la discesa nel Mezzogiorno dei Rivetti?
Quali sono stati, se ve ne sono stati, i referenti politici delloperazione?
Qual è stata laccoglienza della cittadinanza e delle istituzioni locali nei confronti dellimpresa biellese?
Quali altri imprenditori biellesi hanno seguito le orme dei Rivetti o hanno progettato di farlo?
Chi erano i biellesi che hanno accettato di andare a lavorare al sud e a quali condizioni?
Come ha vissuto la città limpresa dei Rivetti?
LE TAPPE DEL PROGETTO
Il lavoro ha già individuato la bibliografia specifica, tra cui il fondamentale testo di Gilberto Seravalli e quelli di Marianna Trotta (Il conte Stefano Rivetti. Limprenditore gentiluomo, 2006), di Sergio De Nicola, (Industria e turismo al Sud nellesempio Rivetti. Ingenue speranze e forti delusioni in uno spaccato di storia di Maratea, 2005) di Francesco Cirillo e Luigi Pacchiano (Marlane. La fabbrica dei veleni, 2011 e 2015). Oltre a ciò sono state censite le fonti web, come documentari e filmati facilmente reperibili su You Tube, e si è iniziato raccogliere le testimonianze di chi con quellavventura è venuto a contatto in diversi modi.
Il progetto prevede ora le seguenti tappe:
- presentazione al pubblico del libro di Gilberto Seravalli ad opera dellautore il giorno 24 ottobre alle ore 18 nella Sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella di via Garibaldi 17. Il confronto con leconomista sarà di fondamentale importanza per limpostazione dellintero nostro lavoro. Confidiamo nel fatto che la serata sia partecipata, animata e rappresenti anche loccasione per una sorta di chiamata a testimoniare per chi possiede materiale fotografico e filmato o semplicemente memoria personale da regalarci.
- raccolta di testimonianze, informazioni, materiale foto e video servendosi della segreteria DocBi (via Marconi 26a, tel. 015 31463, docbi@docbi.it)
- visita ai luoghi deputati e confronto con le testimonianze dirette di ex lavoratori e amministratori
- conclusione della ricerca con la pubblicazione di un volume e di un prodotto video pensati per una diffusione non esclusivamente locale.